Si può essere madri di esseri umani, di progetti o di altro. Io in questo momento sono madre di questo progetto e voglio raccontarvi la mia gestazione e di come Le chiavi di casa è venuto al mondo.
Nel mio processo di realizzazione e ascolto di me, nel lontano 2013 lessi “Nascere senza violenza” di Leboyer che mi fece piangere e ridere, commuovere e arrabbiare. Mi colpì così tanto che decisi dal profondo e da un giorno all’altro che avrei fatto l’ostetrica, e che avrei fatto della non violenza la mia battaglia.
È lì che nacque piano piano l’istinto di essere madre di un progetto che potesse proteggere le donne.
Negli anni però, come ogni donna prima di diventare madre, ho avuto bisogno di fare esperienze, raccogliere consapevolezze per poi decidere di metter radici. In questo girovagare e moltiplicare idee e connessioni, ho trovato un posto che per la prima volta nella mia vita mi ha fatto sentire a casa: Matera.
Città che dentro il nome ha madre, che dentro le pietre ha la vita comunitaria circolare, che ha il sapore della lentezza.
È una città fortemente progestinica.
Così il seme nel mio grembo è arrivato in un luogo lontano, in Veneto, dove pienamente realizzata, ho sentito che quello che stavo facendo dovevo portarlo lì dove il mio corpo e la mia anima si sentiva a casa, in un luogo dove ci si è dimenticati, nonostante la vicinanza temporale di sola qualche generazione, di quanto sia necessaria la connessione femminile nei momenti di passaggio.
Così ho deciso di iniziare a far crescere dentro di me l’idea di tornare, l’idea di essere ostetrica a domicilio in Basilicata. È stato come attraversare una gravidanza, trimestri di caos alternati a trimestri di grandi energie, momenti in cui niente mi faceva sentire all’altezza della missione, momenti invece mi sentivo una guerriera. In questi momenti tante nascite e tante creature hanno incontrato le mie mani, tutte mi hanno insegnato grandi cose. A tenermi la mano, un’ostetrica speciale, Elisa G., che nonostante il mio bisogno fosse diverso dal suo e da quello di Doraluce, mi ha aiutata a scegliere e a farmi sentire piano piano fiduciosa di me stessa e del mio essere ostetrica nel mondo.
Così come una creatura in grembo, avevo bisogno di dare un nome a questo progetto. La ricerca è stata forsennata e senza riuscita per un po’; niente mi rappresentava.
Un sabato mattina, mentre stendevo i panni in veranda ho avuto un’ illuminazione, di quelle folgoranti che non lasciano spazio ad altro. Si chiamerà Le chiavi di casa.
Nasce da una forte passione, quella per il cosiddetto “poeta pelvico” Niccolò Fabi, perché parla alla pancia, proprio quella che le mie mani ascoltano. Quelle sue parole sembravano il giusto connubio tra la mia professione, la mia fiducia nelle competenze di mamma e bambino, il mio modo di vedere la genitorialità e molto altro.
Le chiavi di casa si concedono a chi può entrare nello spazio dell’intimità e dell’ascolto. C’ero, il nome era fatto. Ancora la ricordo la luce in veranda, che mi ha accarezzato il cuore.
Come tutte le gravidanze, si avvicina il termine e cresce l’ambivalenza, voglio partire e andare, ma potrei anche rimanere in Veneto, dove tutto è conosciuto e più facile. Ma durante un cerchio di donne magiche e traghettatrici, in cima ad un colle, intorno al fuoco mi sono detta che era tempo di lasciar andare per aprirmi al nuovo. Così è stato. Da allora ho trovato casa con il mio compagno a Matera, ho iniziato a costruire lo spazio di questo sito, a mettere le basi solide, a far girare buone energie per il mio ritorno.
Dal primo aprile è iniziata l’avventura più folle della mia vita, per un mesetto ancora l’ho tenuta per me, per coccolarla, per sentirla, ma ora è tempo di presentarla al mondo.
Eccole!
Cara Martina, il tuo racconto è illuminante e commovente… è davvero come se in questo momento ci stessi presentando il tuo bambino, e per chi ti ha conosciuta l’emozione è vibrante, intensa. Hai la dolcezza di una madre, la determinazione e la forza di un uragano, e sei ispiratrice per chi lotta per inseguire il suo sogno. Benvenuto al mondo, le Chiavi di Casa…