Da quando mi sono innamorata delle madri, da quando le accompagno nelle nascite e ancora di più nei loro post-nascita ho scoperto la potenza e la forza della VULNER-ABILITA’.
Quando si scopre di avere un bambino in pancia, in gravidanza e soprattutto nel dopo, come dice la psicologa e psicoterapeutica Giuliana Mieli, si ha una potentissima regressione, si entra in contatto profondissimo con la nostra bambina interiore.
Questo permette ad una madre di avvicinarsi piano piano al sentire la propria bambina/o, il suo essere, i suoi bisogni.
Quando si nasce madri
Quando si nasce madri ci si scopre maledettamente e meravigliosamente vulner-abili, cioè abili ad essere attraversate da emozioni potenti, come il dolore, lo sconforto, ma anche la gioia estrema e il senso di gratitudine.
Io oggi vedo una società che non sopporta e non supporta la vulnerabilità, che la vuole addormentare. Così chiediamo alle madri di essere felici e prestanti subito dopo la nascita, non accogliamo le loro lacrime e i loro cambi di umore repentini.
Le madri hanno bisogno di comunità
Come un bambino, un adulto concede a se stesso la vulnerabilità se sente che fuori c’è un contesto che lo comprende e lo contiene. Ecco perché le madri dovrebbero avere una comunità sostenente, una comunità potenziante che le aiuta a sentirsi competenti e che accolga la meravigliosa fragilità, hanno bisogno di sostegno competente e professionale e di tanta cura.
Essere vulner-abili vuol dire essere coraggiose, cioè abbandonare il sé ideale, per accogliere ciò che si è per entrare in connessione, per smettere di controllare e predire.
Il momento del dopo parto ci dà l’opportunità di sperimentare questo flusso emozionale di entità titanica e di metterci in connessione con i nostri bambini, per abbandonare l’immagine ideale che ci siamo fatte e di accogliere le nostre e le loro imperfezioni.
Insegniamo alle madri e ai loro bambini che:
sì, sei imperfetta, e meriti amore e senso di appartenenza così come sei”!