Scrivendo le pagine di questo spazio virtuale, ho cercato davvero di pensare, sentire, ascoltare le parole e cogliere quelle che per me risuonavano, quelle che hanno un valore speciale. La chiave  è nelle parole.

In questi giorni in cui mi ascolto e ascolto i racconti delle donne, percepisco la potenza delle parole che riportano, e il potere che certe parole hanno avuto sulle loro esperienze e sul loro corpo. Accogliere le parole di una donna che dice di essersi sentita “violata” con parole e gesti, ascoltare il senso della parola “vergogna”- associata al sangue mestruale mi porta a voler esplorare ciò che queste custodiscono con storie, vissuti, influenze.

Nel mio quotidiano, sia di ostetrica che di donna, tantissime volte faccio un lavoro di riabilitazione delle parole. Ci sono parole superficiali, usate per consuetudine sociale, che non aiutano ad esplorare ciò che c’è sotto quella parola di cortesia.

Mi sono sempre stupita di quanto sia percepito scontato rispondere alla domanda:

“Come stai?”

“Tutto bene, grazie”

Ma cosa significa bene per te? C’è una canzone meravigliosa di Daniele Silvestri, che racconta proprio del potere del “come stai” e la possibilità che qualcuno risponda in maniera differente. Essere pronti ad accogliere l’altro attraverso le parole, nella misura in cui vuole raccontarlo.

E se ci concedessimo di rispondere, “Grazie, male” oppure “Non so rispondere a questa domanda ora”, cosa succederebbe?

Chissà quel bene cosa nasconde, mi chiedo intimamente, e talvolta lo chiedo esplicitamente.

Ecco cosa vuol dire fare attenzione alle parole e al significato che ognuno mette in ciò che dice ed esprime.

Da qui nasce il bisogno di partire dalle parole, anche le più semplici, regalarvi così le sfumature che queste hanno per me e per il mio lavoro, donarvi riflessioni e conoscenze.

In base al mio sentire, lancerò una parola al mese e vedremo come questa parola può essere declinata nel tema di gravidanza, nascita, dopo parto o del femminile, per ridare valore alle esperienze partendo dalle parole.

Credo che il vero cambiamento del sentire femminile, può iniziare dal modo in cui il femminile si racconta.

Seminiamo parole e onoriamole!